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FILM Belgio

Enfants du hasard: l’infanzia sta già finendo

di 

- Thierry Michel e Pascal Colson realizzano un commovente tuffo nel cuore di una classe delle elementari di un’antica città mineraria in Vallonia

Enfants du hasard: l’infanzia sta già finendo

Dopo il successo di L’uomo che ripara le donne [+leggi anche:
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, Thierry Michel si unisce a Pascal Colson, reporter e autore di due cortometraggi, per realizzare Enfants du hasard [+leggi anche:
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, un commovente tuffo nel cuore di una classe delle elementari di un’antica città mineraria in Vallonia. Al di là delle numerose tematiche affrontate, questo ritratto di gruppo girato nel corso di un anno scolastico, si dimostra entusiasmante e ottimista.

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Quest’immersione viene percepita sin dalla prima inquadratura della pellicola. La cinepresa aerea si avvicina allo splendido territorio, dove le rovine dell’antica miniera s’impongono sul paesaggio e sulla piccola scuola adiacente, il cui cortile di ricreazione attira dolcemente la cinepresa a sé. Seguono i ritratti dei bambini ai quali questo documentario darà la parola e che ne saranno la base. I ritratti che vediamo sfilare annunciano personalità sorprendenti e diverse, nonostante le origini comuni. 

Il “caso” del titolo ha molteplici significati. Con tratto positivo, c’è quello che ha portato Thierry Michel ad incontrare Brigitte Waroquier, docente delle elementari della piccola scuola comunale. L’altro “caso” è il nome dell’antica miniera, di fronte alla scuola, conosciuta a Cheratta come “per caso”, nella provincia di Liegi. Il sito minerario è chiuso e lasciato all’abbandono dagli anni 70. Ricorda il passato di una vita laboriosa ormai finita. La maggior parte dei bambini ripresi sono figli dell’immigrazione. Su 16 nella classe, 15 hanno o hanno avuto un nonno venuto dalla Turchia per sfuggire alla miseria nella speranza di portare, grazie al sogno della miniera, un avvenire migliore ai propri figli. Quindici alunni musulmani e uno solo che segue il corso di morale.

Giunti a conclusione del ciclo delle scuole primarie, questi bambini si preparano ad entrare nell’età adulta. Non più del tutto innocenti, si esprimono liberamente, tra discorsi standardizzati e idee molto individuali, espresse con l’ingenuità e l’intelligenza, spesso acuta, della loro età. Indotti dalla docente a confrontarsi con temi d’attualità talvolta difficili, dagli attentati di Bruxelles alle molestie sulle reti sociali, passando anche per il tema del burka, gli allievi rispondono con una franchezza e un equilibrio gioioso. Se pure questa successione di temi è talvolta galoppante, permette allo stesso tempo l’espressione dell’identità musulmana attraverso lo sguardo dei bambini e attraverso il modo in cui costoro si rapportano con la propria educazione.

I registi ripercorrono con questa classe anche le strade del passato e delle loro radici, come nel momento molto toccante nel quale scendono nelle miniere con gli ex lavoratori, i loro nonni. 

Al di là delle questioni di identità, il film è anche il riflesso di un processo di apprendimento. Alla fine dell’anno scolastico ci si gioca il successo o il fallimento. Se otterranno il certificato di studi di base (CEB), i bambini passeranno alle scuole superiori. Guidati dalla loro benevola maestra, ironica, divertente, incredibile personaggio che realmente sostiene il film, i bambini stanno già affrontando la pressione del risultato finale e le aspettative dei loro genitori. L’infanzia sta già finendo. 

Prodotto da Les Films de la Passerelle, il film è venduto all’estero da Doc & Film International e distribuito in Belgio da Le Pare Distribution.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dal francese)

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