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CINEUROPA

Il Best of 2023 di Cineuropa

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- Ecco i risultati del sondaggio tra i giornalisti di Cineuropa. Quali sono le migliori opere europee dell'anno?

Il Best of 2023 di Cineuropa

Un anno dopo il nostro precedente Best of (leggi qui il Best of 2022 di Cineuropa), un nuovo ciclo di festival ci ha lasciato alcune vere e proprie gemme che sarà difficile togliersi dalla testa. Si tratta di nuove opere di maestri di lunga data (tra cui uno che non realizzava un lungometraggio da ben 30 anni) accanto a film di nuove voci, che aggiungono al panorama nuovi punti di vista e nuovi punti d'incontro in cui convergono narrazioni, formati e riflessioni diverse. Il tutto è guidato da vincitori di festival europei che stanno facendo incetta di premi in tutto il mondo, alcuni dei quali sono anche diventati dei campioni d'incasso. In un clima in cui i cinema stanno vedendo il ritorno del loro pubblico e stanno trovando il modo di tenere testa ai contenuti delle piattaforme, cosa potremmo chiedere di più?

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Ecco i risultati del sondaggio tra i giornalisti di Cineuropa. Quali sono le migliori opere europee dell'anno?

25 The Teachers' Lounge [+leggi anche:
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intervista: İlker Çatak
intervista: Leonie Benesch
scheda film
]
, Ilker Çatak (Germania)

"L'impianto della storia è semplice e un meccanismo narrativo a "effetto valanga" riesce a tenere incollati gli spettatori. E, in contrasto con questo, Çatak tocca in modo molto equilibrato altre questioni complesse che si possono trovare in molti ambienti scolastici in tutto il mondo, come il rispetto della privacy, la discriminazione delle minoranze, il bullismo, il ruolo dei genitori prepotenti e, più in generale, i limiti dell'impegno degli insegnanti." (Davide Abbatescianni)

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(Leggi l'intervista con Ilker Çatak)

24 Here [+leggi anche:
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intervista: Bas Devos
scheda film
]
, Bas Devos (Belgio)

"Può un incontro casuale cambiare un destino? In Here, Bas Devos espone i suoi tableaux poetici e urbani, altamente pittorici, ripresi in un formato quasi quadrato e come sospesi fuori dal tempo, venati di un umanesimo contagioso, che forse ci spingerà a guardare diversamente ciò (e coloro) che in precedenza non vedevamo." (Aurore Engelen)

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(Leggi l'intervista con Bas Devos)

23 Inside the Yellow Cocoon Shell [+leggi anche:
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scheda film
]
, Thien An Pham (Vietnam/Singapore/Francia/Spagna)

"Il lavoro di Thien evoca (o prende felicemente in prestito) i grandi dell'Asia orientale recente come Bi Gan, vedi le epiche riprese del protagonista Thien in motorino, e Hong Sang-soo, per una sequenza culminante indirizzata verso la realizzazione di desideri fantastici. La padronanza della tecnica rischia di creare uno squilibrio con la semplice progressione da A a B della storia, imprimendo un senso ipnotico di deriva, ma evocando l'analogia di una piccola noce di burro spalmata sottilmente su un grande pezzo di pane tostato." (David Katz)

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22 Sur l'Adamant [+leggi anche:
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intervista: Nicolas Philibert
scheda film
]
, Nicolas Philibert (Francia/Giappone)

"Senza mai mascherare le derive e i deliri che vivono questi pazienti, il film traccia un ritratto molto rispettoso e, a volte, struggente, che fa anche sorridere. Quello di Philibert è un approccio duttile e naturale, insieme metodico e poetico, che dimostra una grande comprensione umana e cinematografica, e che stabilisce con dolcezza e modestia un contatto in un ambiente dove bisogna trovare le chiavi giuste per connettersi." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Nicolas Philibert)

21 1489 [+leggi anche:
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scheda film
]
, Shoghakat Vardanyan (Armenia)

"Un film scioccante, crudo e intimo sul dolore e l'incertezza che la famiglia della regista ha vissuto dopo la scomparsa del fratello nella terza guerra dell'Artsakh (Nagorno-Karabakh). Prodotto con un budget quasi nullo, senza partecipare a workshop di sviluppo internazionali o a mercati di coproduzione, il film ha vinto il primo premio all'IDFA." (Vladan Petkovic)

19 Daaaaaali! [+leggi anche:
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scheda film
]
, Quentin Dupieux (Francia)

"Ma quando si arriva alla fine, la follia è benvenuta. Come per tutti i film di Dupieux, bisogna vederlo per crederci. Non cercate di spiegare la battuta." (Marta Bałaga)

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= Music [+leggi anche:
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scheda film
]
, Angela Schanelec (Germania/Francia/Serbia)

"Ciò che abbiamo trovato più interessante del film è la sua meditazione sul destino. A differenza della versione sofoclea del mito, qui la tragedia non viene rivelata alla sua figura chiave; è vittima di forze maligne e non ne capisce il motivo. Nella cultura odierna, in cui il controllo e l'influenza - reale o illusoria - sono feticizzati, la visione di Schanelec è rinfrescante, anche se sempre offuscata, in un modo o nell'altro." (Ola Salwa)

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18 Smoke Sauna Sisterhood [+leggi anche:
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intervista: Anna Hints
scheda film
]
, Anna Hints (Estonia/Francia/Islanda)

"Il candore delle protagoniste è spesso commovente e le loro storie sono strazianti. In effetti, per quanto sia un esame dell'esperienza della sauna a fumo, è anche un documento fermamente femminista. Con tutte le sue storie di sottomissione femminile, il sottotesto del film riguarda una società che ha ancora molto da imparare sull'uguaglianza di genere. Ma c'è anche uno stare insieme, un legame che offre speranza per un domani più luminoso per una nuova generazione." (Laurence Boyce)

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(Leggi l'intervista con Anna Hints)

17 How to Have Sex [+leggi anche:
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intervista: Molly Manning Walker
scheda film
]
, Molly Manning Walker (Regno Unito/Grecia/Belgio)

"Molte di noi dimenticano quanto sia difficile essere una ragazza. Per fortuna, i film dei festival continuano a ricordarcelo, riportando alla mente ricordi a lungo sepolti di troppe bevute e di - oddio - “white parties”. Soprattutto se si è cresciuti negli anni Novanta. L’esordio nel lungometraggio di Molly Manning Walker sembra davvero un tuffo nel passato." (Marta Bałaga)

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(Leggi l'intervista con Molly Manning Walker)

15 O corno [+leggi anche:
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intervista: Jaione Camborda
scheda film
]
, Jaione Camborda (Spagna/Portogallo/Belgio)

"Questo gusto per il dettaglio dà il tono a O corno, un dramma potente e intimo che ruota intorno alla maternità e al diritto delle donne di decidere del proprio corpo e del proprio destino. Così luoghi, vite e spazi raramente rappresentati sul grande schermo che trovano una preziosa rivincita piena di rispetto grazie alla genialità del film." (Cristóbal Soage)

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(Leggi l'intervista con Jaione Camborda)

= La Mesías [+leggi anche:
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scheda series
]
, Javier Ambrossi and Javier Calvo (Spagna) (serie)

"C'è molto da dire su La Mesías, ed è tutto in positivo. Il lavoro dell'intero cast è spettacolare, e ci sono molti elementi che giustificano l’eccellenza di questa produzione. Insomma, la serie è la consacrazione di due cineasti che non avevano nulla da dimostrare ma che, casomai, hanno messo a tacere le bocche di chi li vituperava per il loro gusto per la cultura pop meno alta." (Cristóbal Soage)

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14 The Promised Land [+leggi anche:
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scheda film
]
, Nikolaj Arcel (Danimarca/Germania/Svezia)

"Tutto ciò può sembrare molto "classico", ma è tutt'altro che poco originale o poco ispirato. Si dice che il diavolo si nasconde nei dettagli, e in questo caso la sceneggiatura solida e le interpretazioni sono ricche di sfumature ed elementi che conferiscono al film una grande profondità emotiva e psicologica." (Davide Abbatescianni)

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13 About Dry Grasses [+leggi anche:
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intervista: Nuri Bilge Ceylan
scheda film
]
, Nuri Bilge Ceylan (Turchia/Francia/Germania/Svezia)

"Nuri Bilge Ceylan è un esperto nell'arte di mantenere le distanze, distillando microinformazioni che permettono di definire l'ambiente e i personaggi con un tono realistico e di grande precisione, prima di immergersi bruscamente nella fonte, in quelle zone grigie dove le motivazioni autentiche e gli atti più ordinari assumono le dimensioni di dibattiti controversi sul bene e il male, l'educazione, l'individuo e la collettività, la gioventù, la verità e la falsità, l'amore, la militanza, ecc. Questo film è immenso, affascinante nella sua capacità di catturare e riflettere sulla vita." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Nuri Bilge Ceylan)

12 Cerrar los ojos [+leggi anche:
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scheda film
]
, Víctor Erice (Spagna/Argentina)

"L'amore assoluto di Víctor Erice per il cinema è presente più o meno in ogni fotogramma dei 169 minuti di durata, probabilmente abbreviabili, per i quali il maestro viene perdonato completamente. Dopo tutto questo tempo, merita certamente di avere la possibilità di rilassarsi un po'." (Jan Lumholdt)

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11 Passages [+leggi anche:
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scheda film
]
, Ira Sachs (Francia)

"Il film è irresistibile nel gustarlo di momento in momento, ma Sachs, con una grazia mozzafiato, costruisce anche un arco credibile per queste tre persone che si trovano a un bivio. I desideri e le aspettative non coincidenti possono essere divertenti ma anche strazianti, e quella che avrebbe potuto essere una rassicurante e banale commedia di buone maniere su persone che sperimentano stili di vita diversi, si rivela una storia agrodolce di grandi speranze, grande sesso, dolorose delusioni e decisioni difficili." (Elena Lazic)

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10 Il cielo brucia [+leggi anche:
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intervista: Christian Petzold
scheda film
]
, Christian Petzold (Germania)

"Questo film è fresco e vitale, anche grazie alla novità di questo vibrante quartetto di attori che si alimentano a vicenda, si contrastano e si fondono l'uno con l'altro. Tuttavia, il tratto prevalente qui è la padronanza del tono del regista e il flusso delle emozioni. I suoi personaggi sono in carne e ossa, ma prendono davvero vita nelle loro relazioni: un senso di comunità per contrastare l'isolamento, stare insieme per superare la disperazione del blocco dello scrittore. L'ispirazione ricomincia a fluire, l'acqua va e viene liberamente e le fiamme tremolano quando uno diventa due, tre e quattro." (Savina Petkova)

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(Leggi l'intervista con Christian Petzold)

9 Orlando, ma biographie politique [+leggi anche:
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intervista: Paul B. Preciado
scheda film
]
, Paul B. Preciado (Francia)

"La percezione iniziale della propria natura e le complicazioni sociali, la visita obbligatoria dallo psichiatra e la ricerca del testosterone, la discesa nell'oscurità, la transizione sessuale, la trappola della transfobia delle istituzioni e dei documenti d'identità: Paul B. Preciado estrapola la storia di Virginia Wolf con agilità intellettuale e creatività cinematografica. Si diverte e centra il bersaglio, offrendo al suo attivismo un mezzo molto seducente, moderno e filosofico." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Paul B. Preciado)

8 La Bête [+leggi anche:
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intervista: Bertrand Bonello
scheda film
]
, Bertrand Bonello (Francia)

"Al tempo stesso perfettamente diretto nei suoi colpi di scena (il ritratto di una donna che danza tra il singolo e il multiplo), profondamente metafisico nelle sue suggestioni e specchio del caos organizzato che minaccia l'umanità, La Bête è un viaggio cinematografico, un'immersione ipnotica di prim'ordine in cui galleggiano gli spiriti di Lynch, Ophüls e Kubrick. E per apprezzare appieno questo straordinario gioiello, "basta chiudere gli occhi e riaprirli"." (Fabien Lemercier)

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(Leggi l'intervista con Bertrand Bonello)

7 Do Not Expect Too Much from the End of the World [+leggi anche:
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intervista: Radu Jude
scheda film
]
, Radu Jude (Romania/Lussemburgo/Francia/Croazia)

"Avendo creato un film stimolante e riflessivo da un mosaico di cinema d'archivio, filmati amatoriali, un flusso infinito di attualità e opinioni audaci sull'ambiente mediatico speculativo da cui siamo circondati, Jude si dimostra ancora una volta uno degli autori più originali dei nostri tempi. Non ha paura di essere controverso - o semplicemente sbagliato - e questo gli permette di creare un cinema di straordinaria portata che non mira necessariamente a compiacere, ma piuttosto cerca di dare un senso allo stile di vita odierno, sempre più inutile, del cosiddetto mondo occidentale, al quale la Romania, proprio come altri Paesi del blocco orientale, desidera disperatamente appartenere." (Mariana Hristova)

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(Leggi l'intervista con Radu Jude)

6 Samsara [+leggi anche:
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intervista: Lois Patiño
scheda film
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, Lois Patiño (Spagna)

"Il regista invita il pubblico a compiere questo viaggio geografico e spirituale, ad affrontare le diverse percezioni che il film offre, sia nella cornice della realtà che nel sogno. È in questo terreno, situato tra il visibile e l'invisibile, l'arte e la cinematografia, il reale e ciò che è oltre la morte, che Patiño è tornato a sperimentare, senza paura di rischiare, con il suo nuovo film." (Alfonso Rivera)

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(Leggi l'intervista con Lois Patiño)

5 La chimera [+leggi anche:
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scheda film
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, Alice Rohrwacher (Italia/Svizzera/Francia)

"Rohrwacher persegue la sua idea di cinema di derivazione documentaristica in cui il paesaggio esprime simbolicamente una cultura in evoluzione con i suoi mutamenti e contraddizioni. C’è memoria storica e sociale, difesa dell’alterità dei suoi personaggi che vivono ai margini, ma non c’è malinconica nostalgia per quei “mondi a parte”, per una ruralità perduta, con le sue manifestazioni folcloriche, piuttosto il disincanto di chi esamina la rimozione del senso di identità e di appartenenza a una cultura." (Camillo De Marco)

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4 Foglie al vento [+leggi anche:
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scheda film
]
, Aki Kaurismäki (Finlandia/Germania)

"Il regista finlandese non cambia il suo stile, facendo in modo che il pubblica riceva quello che si aspetta da lui, quelle battute ("I duri non cantano"), le persone che "sono depresse perché bevono e che bevono perché sono depresse", e i riferimenti al cinema, impilati l'uno sull'altro. A giudicare dalle reazioni alle proiezioni, questo è esattamente ciò che tutti cercavano. Qualcosa di semplice, di intelligente. Qualcosa di facile da amare." (Marta Bałaga)

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3 La zona d'interesse [+leggi anche:
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scheda film
]
, Jonathan Glazer (Regno Unito/Polonia/Stati Uniti)

"Glazer ha l'abitudine di ridefinire i (sotto)generi cinematografici e lo ha fatto ancora una volta con questo dramma sull'Olocausto. Il male è tutt'altro che orribile e disumano, come siamo stati abituati a vederlo. Visto attraverso i protagonisti, non è solo banale; è completamente inconsapevole della propria natura, facendo apparire il male e i suoi perpetratori quasi innocenti. Ma da parte sua, il regista è assolutamente consapevole di chi e cosa fossero. Eseguito meticolosamente a ogni livello, sfiorando la perfezione, La zona d'interesse non funziona solo come un'opera filosofica, ma anche come un film dell'orrore genuinamente spaventoso, nonostante la quasi totale assenza di violenza sullo schermo. Il male in sé non appare orribile; la cosa più orribile è la sua normalizzazione." (Marko Stojiljković)

2 Povere creature! [+leggi anche:
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intervista: Suzy Bemba
Q&A: Yorgos Lanthimos
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]
, Yorgos Lanthimos (Irlanda/Regno Unito/Stati Uniti)

"Il film potrebbe non essere facile da descrivere, ma un'etichetta mista tipo "commedia sexy gotica coming-of-age" potrebbe essere un'approssimazione soddisfacente per capire il suo sapore. Non avrebbe potuto scegliere un film più adatto per spogliarsi delle sue allegorie politiche: le sfide corporee al centro di Povere creature! non solo sono superate, ma sono superate con gusto, empatia e molto umorismo pungente. Migliorando decisamente il materiale di partenza di Gray, optando per un finale più appropriato, il regista greco ha realizzato quello che sembra essere il suo film più ricco di speranza." (Savina Petkova)

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(Leggi il Q&A con Yorgos Lanthimos)

1 Anatomia di una caduta [+leggi anche:
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intervista: Justine Triet
scheda film
]
, Justine Triet (Francia)

"Estremamente abile nel dosare le atmosfere, Justine Triet dipinge un quadro estremamente accurato che descrive la linea sfocata tra le teorie della manipolazione e la natura sinceramente complessa del caso. Garantendo la credibilità, l'accessibilità e la natura realistica del suo approccio sofisticato e unico, la regista firma un'opera di altissimo livello, esplorando anche la linea sottile che separa il reale dall'immaginario (l'eroina è una scrittrice), così come lo sguardo degli altri, l'influenza delle immagini e il nostro istinto protettivo. Questi temi, insieme a molti altri, vengono esaminati e intrecciati in un film incantevole di una ricchezza prodigiosa, tanto sottile quanto potente." (Fabien Lemercier)

(Leggi la recensione)
(Leggi l'intervista con Justine Triet)

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(Tradotto dall'inglese)

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