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TORONTO 2018 Discovery

Recensione: Ever After

di 

- TORONTO 2018: L’apocalittico film di zombie di Carolina Hellsgård è un tentativo fallito di rinfrescare un genere consunto mescolandovi questioni ambientali

Recensione: Ever After
Gro Swantje Kohlhof e Maja Lehrer in Ever After

In prima mondiale nella sezione Discovery di Toronto, Ever After [+leggi anche:
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intervista: Carolina Hellsgård
scheda film
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, il secondo lungometraggio della regista di origine svedese, residente a Berlino, Carolina Hellsgård (Wanja [+leggi anche:
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) è un film di zombi apocalittico con un tocco ambientalista.

Scritto dalla fumettista e autrice Olivia Vieweg, il film si apre con titoli narrativi che ci informano che una piaga è scesa sul mondo, e le uniche due città sopravvissute sono Weimar e Jena. I nostri eroi vivono nella prima: Vivi (Gro Swantje Kohlhof) è un'adolescente delicata e spaventata che si sente responsabile della morte della sorellina quando gli zombi hanno attaccato per la prima volta, come vediamo in un flashback ripetuto più volte nel film. Eva (Maja Lehrer) è una donna dura e senza scrupoli che viene graffiata da uno zombi che attacca improvvisamente la recinzione attorno a Weimar che Vivi e un'altra ragazza stanno cercando di sistemare.

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A Weimar uccidono solo zombi e chiunque possa essere stato infettato, mentre a Jena gli scienziati stanno lavorando per trovare una cura. Un treno automatico porta cibo e altri generi di prima necessità a Jena, e Vivi ed Eva ci si intrufolano – ognuna di sua iniziativa. Non si piacciono e non si fidano l'una dell'altra, ma quando il treno va in panne, sono costrette a collaborare, camminando verso Jena attraverso i boschi.

A un certo punto, incontrano un nuovo tipo di zombi in quella che forse è l'unica scena spaventosa del film: una sposa che non solo si è trasformata, ma ha anche il viso coperto di muschio, foglie e rami. Questo è l'inizio della narrativa "la natura si vendica" che cerca di stabilire gli zombi come la risposta della Terra alla distruzione che gli umani hanno provocato.

Ma questo motivo è sottosviluppato e poco convincente, nonostante il fatto che il film passi una buona parte del suo tempo a trattarlo. Un tentativo di sviluppo si ha quando Vivi incontra una donna non zombi con foglie e rami che coprono metà della sua testa, interpretata dalla stella danese Trine Dyrholm. Agisce come una figura autoritaria, ma le sue elucubrazioni su come la Terra sta combattendo non spiegano davvero nulla – specialmente non ciò che la differenzia dagli zombi, che ora assomigliano a un incrocio tra i morti viventi in stile Romero (che si muovono alla velocità di 28 giorni dopo) e i partecipanti a un rally ambientale. L'inizio del film, in cui vediamo la famosa statua Goethe-Schiller di Weimar sovrastata da un pannello solare che carica batterie per auto, in realtà funziona molto meglio per collegare i problemi ambientali con il genere horror.

Il film possiede un'atmosfera quasi poetica che attira piacevolmente lo spettatore nel suo mondo, grazie al lavoro creativo e fluido della direttrice della fotografia Leah Striker, e al ritmo ben stabilito tra scene esterne ed interne. Anche la partitura orchestrale di Franziska Henke è d'aiuto, ma diventa troppo insistente con il progredire del film.

Ever After è raramente spaventoso e gli attacchi di zombi si riducono a scene dal montaggio rapido con effetti sonori molto forti di grugniti e fruscii quando si muovono. L’effetto cercato è di velocità, ma l'osservatore ci si abitua rapidamente e l'illusione svanisce. E’ anche poco coinvolgente a livello di personaggi, in quanto il turbolento legame tra Vivi ed Eva non decolla mai.

Ever After è una produzione della tedesca Grown Up Films, con la partecipazione di ZDF e ARTEPicture Tree International si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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