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SARAJEVO 2018 Concorso documentari

Recensione: Easy Lessons

di 

- Il documentario di Dorottya Zurbó segue una rifugiata somala adolescente mentre si adatta alla vita in Ungheria

Recensione: Easy Lessons

Il secondo lungometraggio documentario della regista ungherese Dorottya Zurbó, Easy Lessons [+leggi anche:
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– presentato in anteprima mondiale alla Settimana della Critica di Locarno e proiettato la scorsa settimana nel concorso documentari del Festival di Sarajevo – si immerge da subito in ciò che indica il suo titolo ironico. Nella prima scena, vediamo la protagonista, Kafia, una rifugiata somala di 17 anni, mentre studia l’ungherese. Ma per quanto difficile possa sembrare questa lingua a chiunque non sia ungherese, è in realtà uno dei compiti più facili che la ragazza deve affrontare.

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Kafia è scappata dalla Somalia per evitare un matrimonio combinato, impostole da suo padre. Sua madre l'ha aiutata a fuggire e il film è costruito alternando scene della vita di Kafia in una residenza studentesca di Budapest e a scuola, con le confessioni della ragazza a sua madre, solitamente in voice-over, dove spiega a lei e al pubblico quanto enorme questo cambiamento personale e culturale sia per lei.

In un colloquio con uno psicologo, Kafia spiega che è felice di non dover più indossare un hijab, ma nasconde ancora questo fatto a sua madre. Questo non è altro che il cambiamento culturale più palese che sta attraversando la ragazza – in altri momenti del film, vediamo che i suoi compagni di scuola sono sconcertati dal fatto che lei proviene da un paese bagnato dal mare eppure non sa nuotare. Inoltre non ha mai dovuto fare sport, e ora deve arrampicarsi su una corda. E quando si tratta di studiare la storia ungherese ed europea, naturalmente deve ripartire da zero.

Nell'attuale situazione geopolitica, l'Ungheria è considerata uno dei paesi con le politiche più severe sui rifugiati, ma Kafia ha un forte sostegno sia dall'amministrazione della residenza studentesca in cui si trova che dalla scuola. Il film ci ricorda che anche le politiche ufficiali sono, dopo tutto, applicate da esseri umani.

Tuttavia, da un'altra parte, arriviamo a conoscerla abbastanza intimamente da vedere che, per quanto intelligente e altamente motivata possa essere, un'adolescente è solo un'adolescente con un particolare background culturale. Si allena per diventare una modella, e la sua somiglianza con la sua connazionale Iman è evidente. Inoltre, trova un fidanzato molto bianco e molto cristiano, lo accompagna a quella che sembra essere una messa di chiesa evangelica e scrive a sua madre: "Il loro Dio li ama così tanto". E chi può biasimarla, dopo essersi dovuta trasferire in un altro continente per evitare un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano in una società musulmana iper tradizionale?

Easy Lessons è un film arguto che combina momenti sia poetici che strettamente narrativi e adotta un approccio ponderato verso la protagonista, senza esprimere alcun giudizio sullo stato dei diritti umani in Ungheria. L’attualità è piena di storie di questo tipo, ed è piacevole vedere un film che affronta il problema da un lato completamente opposto.

Easy Lessons è prodotto da Éclipse Film, con il supporto del programma Incubator dell’Hungarian National Film Fund. Syndicado detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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