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FILM Spagna

Recensione: El pacto

di 

- L’attesissimo film d’esordio di David Victori è un thriller psicologico intriso di suspense, che purtroppo declina progressivamente nonostante il promettente inizio

Recensione: El pacto
Belén Rueda in El pacto

È sicuramente oggetto di altissime aspettative, e a ragione, l’uscita di El pacto [+leggi anche:
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intervista: David Victori
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, il lungometraggio d’esordio del catalano David Victori, la cui notorietà è esplosa sulla scena internazionale dopo aver vinto un festival di corti organizzato da YouTube nel 2012, assicurandosi l’appoggio di nientemeno che Ridley Scott e Michael Fassbender. Il sostegno ha dato origine alla web serie Zero, in cui il giovane cineasta dà sfoggio della sua prodezza e audacia narrative, oltre che di una grande abilità nell’instillare un senso di inquietudine, senza mai dimenticare di garantire al suo pubblico il puro divertimento.

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Qualcosa di molto simile accade nel suo film d’esordio, in particolare nella prima metà, in cui l’intreccio e la forma acustica e visiva, basati su esili indizi e su dettagli che si definiscono impercettibilmente, avviluppano totalmente lo spettatore in un’orribile ragnatela, suggestiva e inquietante. Con il proseguire del film, però, questa forza seduttiva e angosciosa si affievolisce, a causa, soprattutto, della durata eccessiva, che sconfina nelle due ore, e della storia che si perde una confusa spirale di ripetitività e prevedibilità. 

Anche se la sceneggiatura, elaborata da Victori e Jordi Vallejo e basata su una storia scritta dal padre del regista, potrebbe sembrare familiare, ci porta ad immergerci in una trama tentacolare di chiaroscuri: una donna (Belén Rueda, nei panni di una madre oppressa dal dolore, un ruolo che sembra esserle cucito addosso dalla sua interpretazione in The Orphanage [+leggi anche:
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scheda film
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) di fronte alla morte imminente di sua figlia firma un patto per salvarla… con conseguenze terribili. 

El pacto diventa così una discesa agli inferi, un declivio franoso nell’abisso della colpa, della disperazione e del dolore, mantenendo però le godibili ed eleganti apparenze di un thriller psicologico, che trae ispirazione, come Victori stesso ammette durante un’intervista a Cineuropa (leggi l’intervista), dalle opere più perturbanti dello statunitense David Fincher, anche se si potrebbe vedere nel film un tributo a L’esorcista o a Angel Heart, tra i grandi classici di genere.   

L’ambizione può infatti essere considerata una delle migliori qualità del film; eppure, così come le musiche risultano a tratti ridondanti, l’eccesso di ambizione diventa sovrabbondante nella seconda ora di un’opera drammatica che guadagnerebbe di più da una certa moderatezza, misura e sensibilità piuttosto che da un’eccessiva enfasi, un sonoro assordante e una certa ripetitività.

El pacto è stato prodotto da Sony Pictures International ProductionsIkiru Films4Cats Pictures e Pacto La Película AIE, con la partecipazione di RTVE, TVC, Movistar Plus+ e Vodafone e il sostegno di ICAA e ICEC. Il 17 agosto 2018 è la data di uscita nelle sale spagnole, grazie a Sony Pictures Entertainment Iberia.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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