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LOCARNO 2018 Cineasti del presente

Recensione: Likemeback

di 

- LOCARNO 2018: Il film di Leonardo Guerra Seragnoli fotografa l’influenza dei social media sugli adolescenti, ma finisce per perdere la rotta

Recensione: Likemeback
Angela Fontana, Denise Tantucci e Blu Yoshimi in Likemeback

Con il suo film d’esordio,Last Summer [+leggi anche:
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, il regista Leonardo Guerra Seragnoli ha ottenuto tre riconoscimenti all’edizione 2014 della Festa del Cinema di Roma: le vicende di una madre giapponese che trascorre su uno yacht gli ultimi quattro giorni con suo figlio, dopo aver perso la battaglia per il suo affidamento. Likemeback [+leggi anche:
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, presentato nella sezione Cineasti del Presente a Locarno, prende le mosse da uno sfondo simile – blu, fluttuante, voluttuoso – ma questa volta nella barca seguiamo tre ragazze adolescenti che festeggiano la fine della maturità, e le loro esperienze di ascesa – o forse è una caduta? – verso l’età adulta.   

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Danila (Angela Fontana) è ossessionata dall’idea di scattare continuamente belle foto per non perdere il primato su uno sconosciuto rivale in Instagram, con cui si contende i follower. Carla (Denise Tantucci), la più tranquilla del trio, è presa da questioni amorose ed è l’unica che sembra interessata a proseguire gli studi. E poi c’è Lavinia (Blu Yoshimi), chiaramente la più impetuosa: alla prima immagine che abbiamo delle ragazze la vediamo immergersi a fondo nel mare, senza esitazioni. Eppure è anche quella con più insicurezze sul suo corpo e sul suo status. Ad accompagnarle nel viaggio c’è il capitano della barca, Josco, interpretato da Goran Marković, con cui le ragazze parlano un misto di italiano e inglese. Il film non segue propriamente una trama, ma piuttosto una serie di avvenimenti che si succedono secondo lo schema azione, reazione e rimorso, e risulta ben presto chiaro che lo spazio nella barca sta diventando stretto.

Le difficoltà cominciano nel momento in cui il telefono di Carla cade in mare: come farà a tenersi in contatto con il suo flirt? E quant’è fastidioso per lei e per le sue amiche prendere in prestito ogni tanto i loro telefoni? È questo il dubbio che alimenta la tensione drammatica: se, allo scorrere dei titoli di coda, l’amicizia tra le ragazze avrà resistito o ceduto.

Seragnoli sceglie uno stile classico per raccontare la storia, affidandosi alla neutralità della macchina da presa, senza bisogno di forzare immagini sullo schermo. Non ci sono stacchi di schermate del telefono, o flash di messaggi o immagini sul display a rappresentare il mondo connesso, metodi molto in voga nel cinema contemporaneo, soprattutto nei film che raffigurano l’universo giovanile e il suo stile di vita. Le informazioni sulle ragazze, gli accenni su chi sono e come sono arrivate qui, arrivano organicamente, tramite stralci di conversazioni e chiamate con i genitori. Eppure il film non è del tutto convincente: la camera sembra svelare lo sguardo maschile, nonostante l’impegno di Seragnoli per mantenere una naturalezza di stile nella scrittura del copione, lavoro fatto insieme alle attrici. Se da una parte l’adolescenza è rappresentata in modo autentico dalle loro interazioni e oscillazioni emozionali, in realtà il film non riesce a raggiungere e mostrare il profondo nucleo emotivo delle ragazze. A conti fatti, il film non dà un contributo sostanziale alla questione dei social media e alcuni temi importanti vengono solo sfiorati e lasciati affondare, come sassi in un’onda. Molti momenti, tra cui l’evento che scatena l’atto finale, scadono nel cliché, e, di per sé, questa co-produzione italo-croata risulta confusa: perde la rotta. 

Likemeback è una produzione NightswimEssentiaIndiana Production e RAI Cinema, in co-produzione con Antitalent e con il supporto del Croatian Audiovisual Centre.

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(Tradotto dall'inglese)

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