email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

MONACO 2018

Recensione: The New End

di 

- La trama del lungometraggio distopico con cui debutta Leonel Dietsche si basa su un’interessante idea centrale ma alla fine non va da nessuna parte

Recensione: The New End
Milena Tscharntke in The New End

Nel film post-apocalittico con cui debutta il regista tedesco Leonel Dietsche, The New End [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, proiettato in prima mondiale nella sezione New Cinema del Festival di Monaco, tutta la popolazione femminile ad eccezione di due donne viene cancellata dalla faccia della terra, oramai governata da una dozzina di uomini implacabili. Qualsiasi traccia di empatia è scomparsa, divorata da un virus che sfregia corpi e decima vite, e l’unica legge applicabile è quella della sopravvivenza del più forte. Non è chiara la ragione per cui tale misterioso morbo preferisca risparmiare solo gli uomini, ma ciò che resta della specie umana è turpe e detestabile, non lasciando alcun dubbio che il futuro sia destinato ad essere ancora più sinistro. Analogamente, il futuro di The New End non sembra troppo luminoso vista la difficoltà a seguire e comprendere il nodo gordiano delle intenzioni costruite nella trama, basata su un’interessante idea di fondo che però non riesce ad andare da nessuna parte.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

La maggior parte dei personaggi in questo inquietante mondo distopico è senza nome e ognuno di loro è semplicemente descritto per ciò che è: per esempio, il Leader, il Figlio, la Madre, la Figlia, il Nano… Tuttavia, se qualcuno si aspetta di trovare una qualche profonda allegoria in tale pratica allora rimarrà amaramente deluso. Il copione di Dietsche è una sfida su molti livelli: non solo lotta con il tentativo di adottare un punto di vista femminista, ma sviluppa anche una serie di dialoghi bizzarri, fuori luogo e intellettualizzati, atti di violenza grotteschi e una narrativa confusa. In aggiunta, l’uso della prima persona nella narrazione fuori campo da parte del Nano (Mick Morris Mehnert), che riempie gli spazi vuoti, è intriso di un tono poetico esagerato.

Il film comincia in maniera promettente con una citazione dalla tragedia di Euripide, Le Troiane, facendo sperare che ci sia una valutazione critica delle conseguenze dell'apocalisse o almeno una protagonista femminile simile a Cassandra, senza però ottenere nessuna di queste.

Quando viene introdotto il cronista, la finestra sull’inferno nichilistico di The New End si apre con una scena nella foresta in cui il Nano osserva da vicino una banda di criminali armati sotto il comando del Leader (l’attore sloveno Marko Mandić). Molto più completa è la figura del complice del Leader, il Dottore, interpretato da Sylvester Groth (Goebbels in Bastardi senza gloria [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
), un medico interno di un ex sanatorio che usa pillole eccitanti per ottenere piacere da giovani uomini in assenza di donne. Un potenziale miglioramento della trama arriva anche con l’apparizione del misterioso Guaritore (Georg Friedrich), ma il suo personaggio viene ucciso troppo presto per dare agli eventi una svolta più che necessaria.

All’inizio del film il Nano ci fa sapere che gli uomini non vedono una donna da anni e che lui è l’unico a essere a conoscenza dell’esistenza di una madre (Sabine Timoteo) e di sua figlia (Milena Tscharntke), entrambe nascoste su un’isola nelle vicinanze. La figlia diventa il suo oggetto platonico d’ammirazione, credendola l’ultimo residuo d’innocenza rimasto sulla terra. La sua situazione critica, a fronte della realtà, avrebbe potuto diventare l'intenzionale agenda femminista se il regista non avesse scelto di lasciarla stranamente muta.

I paesaggi desolati con le loro case fatiscenti e i terreni aridi sono illuminati dalla fotografia di Roland Stuprich con toni grigio-bluastri che passano a una gamma di colori giallastri nel tempio della lussuria del Dottore, mantenendosi fedele all’atmosfera.

The New End è stato prodotto da Filmakademie Baden-Württemberg in coproduzione con Südwestrundfunk (SWR) e Paxfilm.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy