email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

INDUSTRIA Italia

Dati FAPAV: lieve calo della pirateria audiovisiva in Italia

di 

- Il 37% degli italiani ha piratato almeno una volta un contenuto nel corso del 2017, 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. L’81% dei contenuti piratati sono film

Dati FAPAV: lieve calo della pirateria audiovisiva in Italia

Il dato è confortante ma c’è ancora molto da fare: nel 2017 è calata del 2% la pirateria audiovisiva in Italia, specialmente presso i più giovani, gli under 15 (-7%), rispetto al 2016. I nuovi dati, commissionati da FAPAV (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali) alla società Ipsos e presentati ieri a Roma, parlano di un 37% di italiani che nel corso del 2017 ha piratato almeno una volta un contenuto audiovisivo. Oltre al numero di pirati, cala anche il numero di atti di pirateria (-6%), pari a oltre 630 milioni nell’ultimo anno.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il film è ancora il contenuto più piratato dagli italiani (lo guarda l’81% dei pirati), seguito dalle serie e i programmi tv. Lo streaming è la forma di pirateria più diffusa (26%), ma cresce di 5 punti percentuali l’incidenza del download (22%), soprattutto su film e programmi. Tra i pirati c’è una maggior concentrazione di soggetti con un’istruzione medio alta, lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Altro dato positivo rispetto al 2016 è l’aumento del 4% degli utenti che, di fronte a un sito pirata oscurato, si rivolge a un’alternativa legale a pagamento, arrivando al 35%. Questo grazie allo sviluppo tecnologico di reti e device, da una parte, e dall’altra, alla crescita di un’offerta audiovisiva legale sempre più percepita dallo spettatore come flessibile e modellata sui propri bisogni.

I mancati incassi per l’industria a causa del fenomeno illegale sfiorano i 617 milioni di euro (455 per i film e 172 per le serie) e nel complesso si stima una perdita occupazionale di 5.700 posti di lavoro. Eppure il 72% degli adulti e l’82% degli adolescenti non ritiene che piratare sia un comportamento grave. Rafforzare la consapevolezza degli utenti sui danni che questo fenomeno provoca, insieme a un’offerta legale sempre più ampia, è individuata come la strada da percorrere per ridurre ulteriormente l’incidenza della pirateria.

“La strada intrapresa è quella giusta, ma c’è ancora molto da fare”, afferma Federico Bagnoli Rossi, segretario generale FAPAV. “Tra le nostre priorità, al momento, c’è l’inasprimento della normativa che regola il camcording, ossia l’illecita registrazione video o audio di un film in sala. Anche il blocco IP a livello amministrativo per quei siti massivi che diffondono contenuti illeciti è una misura che riteniamo necessaria, così come l’obbligo da parte delle piattaforme di assicurare lo stay down di contenuti rimossi in precedenza”. La lotta contro la pirateria è un processo lungo e graduale che deve partire anche dalle nuove generazioni: “L’indagine ci dice che il fenomeno è in calo soprattutto tra i giovanissimi”, specifica Bagnoli Rossi, “per questo non possiamo assolutamente abbassare la guardia e dobbiamo proseguire con le attività educational e di comunicazione, per promuovere la cultura della legalità”.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy