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KARLOVY VARY 2018 East of the West

Recensione: Pause

di 

- KARLOVY VARY 2018: La sceneggiatrice-regista cipriota Tonia Mishiali si focalizza sulla posizione delle donne in una società conservatrice e patriarcale con un debutto emotivo e realistico

Recensione: Pause
Stela Fyrogeni in Pause

La regista-sceneggiatrice-produttrice cipriota Tonia Mishiali vanta già un lungo e impressionante percorso nei festival. I suoi cortometraggi Dead End (2013) e Lullaby of the Butterfly (2014) sono stati proiettati e premiati in oltre 60 manifestazioni internazionali, tra cui Locarno, Palm Springs e Sarajevo. Nei suoi film, Mishiali tratta argomenti che riguardano temi sociali e il ruolo delle donne nella società moderna. Questo è anche il tema principale del suo primo lungometraggio, Pause [+leggi anche:
trailer
intervista: Tonia Mishiali
scheda film
]
, che ha avuto la sua anteprima mondiale nella competizione East of the West al 53° Festival di Karlovy Vary.

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Intrappolata in un matrimonio turbolento e senza amore, la casalinga di mezza età Elpida (Stela Fyrogeni) si confronta con i primi segni della menopausa, e sia il suo corpo che la sua mente ne sono affetti. La sua relazione infelice con il marito dispotico e oppressivo, Costas (Andreas Vassiliou), amplifica i suoi bisogni emotivi ed enfatizza l'assenza di comunicazione tra loro. Le sue uniche connessioni con il mondo esterno sono la sua migliore amica Eleftheria (Popi Avraam), la sua auto e i suoi dipinti. La solitudine repressa di Elpida in concomitanza con i sintomi della menopausa farà entrare la sua vita in uno stato di limbo. La realtà inizia spesso a fondersi con le sue fantasie violente, dove emerge il suo vero sé. Tutto si intensifica dopo il suo incontro con un giovane pittore e quando il marito decide di vendere la sua auto. La pausa del titolo potrebbe segnare un nuovo inizio per lei.

Pause è un ritratto crudo ma abbastanza realistico dei tanti matrimoni e famiglie emotivamente imperfetti che ancora dominano le società patriarcali di Cipro e della Grecia, tra gli altri. La storia di Elpida, che è stata scritta da Mishiali con Anna Fotiadou, potrebbe essere tacciata di mancanza di "originalità", poiché tutti gli elementi sono talmente reali che le barriere tra finzione e realtà sono quasi invisibili.

Ambientate in un appartamento quasi clinico e squallido, fotografato da Yorgos Rahmatoulin alla sua seconda collaborazione con Mishiali, e accompagnate dalla musica di Julian Scherle, le immagini create da Pause sono spaventosamente familiari, specialmente per chi ha vissuto in una società conservatrice e quasi anacronistica del genere. Ciò è confermato anche dalla regista, che ha tratto ispirazione dall'ambiente in cui è cresciuta. Tutta l'esperienza è esaltata dalla performance sublime e convincente di Fyrogeni nei panni di una sposa confinata nel suo "territorio", come imposto da suo marito.

Per fortuna, Pause non è solo una rappresentazione di un problema reale, in quanto riesce a far luce su una forma di tumulto emotivo e personale lento e devastante, che nella vita reale è raramente espresso a parole – e ancor meno attraverso le azioni. Il film offrirà a molte donne la voce di cui hanno bisogno, poiché si riconosceranno nell'eroina. Al suo debutto, Mishiali realizza un film emotivo che nasce direttamente dal cuore, e nonostante l'apparente squallore, offre comunque un raggio di luce: il nome dell'eroina, Elpida – che in greco significa speranza – suggerisce che c'è una possibilità che un giorno il cambiamento arrivi e che ci sia un nuovo risveglio per la posizione delle donne nella società.

Pause è una coproduzione cipriota-greca di Andros Achilleos (A.B. Seahorse Film Productions), Stelana Kliris e Tonia Mishiali, in associazione con Ioanna Soultani e Panos Bisdas (Soul Productions). L’agenzia londinese Film Republic gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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