email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SUNDANCE 2018 Concorso World Cinema Dramatic

And Breath Normally: è solo il sistema

di 

- La debuttante islandese Ísold Uggadóttir propone un dramma sociale realistico che tratta le problematiche contro cui lotta una comunità locale nell’affrontare la crisi dei rifugiati per la prima volta

And Breath Normally: è solo il sistema

La regista islandese Ísold Uggadóttir ha fatto il suo esordio al Sundance del 2007 con il suo cortometraggio Family Reunion. Da allora l’autrice e regista islandese ha prodotto tre cortometraggi e ha partecipato a oltre 100 festival nel mondo. Ha anche vinto due volte il Premio Edda per il miglior cortometraggio. And Breathe Normally [+leggi anche:
trailer
intervista: Ísold Uggadóttir
intervista: Kristin Thora Haraldsdóttir
scheda film
]
è il suo film di debutto e partecipa al Concorso World Cinema Dramatic del Sundance Film Festival 2018.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Lára (Kristín Thóra Haraldsdóttir) è una mamma single che vive con il suo giovane figlio, Eldar (Patrik Nökkvi Pétursson). Ha problemi finanziari, la relazione con la sua amica è alquanto problematica e deve lottare contro le sue personali dipendenze. Fortunatamente, viene chiamata per un programma di addestramento per diventare ufficiale delle forze di frontiera all’Aeroporto Internazionale di Keflavík. Durante il periodo di servizio, ferma Adja (Babetida Sadjo), una rifugiata della Guinea-Bissau che sta cercando di raggiungere Toronto con un passaporto falso. Adja verrà trattenuta per alcuni giorni ed è così che inizierà la sua lotta per l’asilo politico. Dopo questo incontro iniziale, una serie di eventi casuali creeranno un legame inaspettato e unico tra le due donne che, seppur teoricamente agli antipodi, sono alla ricerca di un nuovo inizio nelle loro vite. 

Cercando di evadere dalle loro stesse vite, entrambe colpite dalla povertà, le due eroine sono in cerca di un rifugio. Da un lato, Adja, la cui vita è in pericolo, è alla ricerca di una vera casa, dall’altro Lára non può né assistere né crescere suo figlio. L’attuale contesto socio-economico è estremamente ostile per chiunque sia in difficoltà. Uggadóttir cattura quest’ansia attraverso un film che non diventa mai melodrammatico, ma che non è neppure un’osservazione cinica degli eventi. Grazie allo stile naturale dell’uso della cinepresa di Ita Zbroniec-Zaj, che segue la storia da molto vicino, e alle performance fisiche di Haraldsdóttir e Sadjo, And Breathe Normally sembra un documentario realistico degli aspetti meno conosciuti della vita in Islanda. Ovviamente pone particolare enfasi sui richiedenti asilo.

Ciò non sembra sorprendere, dato che Uggadóttir, scrittrice e coproduttrice del film, ha sempre seguito da vicino le minoranze ai margini. Come nel suo lavoro precedente, si focalizza sui personaggi femminili e approfondisce i temi già affrontati, quali i postumi del collasso finanziario islandese, le conseguenze delle dipendenze e i temi affrontati dalla comunità LGBT. Probabilmente, questa è la prima volta che un film Islandese tratta della crisi dei rifugiati e di come la stia affrontando un paese che sembra essere lontano anni luce dalle zone critiche degli eventi. Questa è una questione che sta molto a cuore a Uggadóttir che ha fatto la volontaria accanto ai richiedenti asilo. La realtà è più cruda che nel film. Tutto può essere racchiuso nella sublime metafora del canile usata all’inizio della pellicola, quando Eldar fa una sincera osservazione in cui dice che è strano dover vivere in una gabbia – ma il ragionamento è semplice: “È a causa del sistema”.

And Breathe Normally è una coproduzione tra Islanda, Belgio e Svezia della Skúli Malmquist (Zik Zak Filmworks), con Diana Elbaum (Entre Chien et Loup), Annika Hellström (Cinenic Film), Lilja Ósk Snorradóttir (Pegasus Pictures), Inga Lind Karlsdóttir (Skot Productions), Ísold Uggadóttir e Birna Anna Björnsdóttir. Il film ha ricevuto il supporto dell’Icelandic Film Centre, del Centro cinematografico e audiovisivo della Comunità francofona del Belgio e del Swedish Film Institute. La compagnia tedesca The Match Factory gestisce le vendite su scala mondiale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Veronica Maiolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy