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BLACK NIGHTS 2017 Concorso opere prime

Resurrection: una storia contemplativa di omicidio e perdita

di 

- L’opera prima del filmmaker belga Kristof Hoornaert non è un film religioso, ma tocca temi vicini alla cristianità

Resurrection: una storia contemplativa di omicidio e perdita
Gilles De Schryver in Resurrection

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del regista e scrittore belga Kristof Hoornaert, anteprima internazionale al Concorso opere prime del Tallinn Black Nights Film Festival, non è un film religioso anche se potrebbe sembrarlo. In realtà, il film si presta a varie interpretazioni, contemplando due soli personaggi, un’ambientazione unica e pochissimi dialoghi.

Nella prima scena del film vediamo del fumo nero alzarsi da un autobus che è esploso in strada. La successiva ci porta dritto nel mezzo di una scazzottata tra due giovani in una foresta, che si conclude con l’uccisione di uno dei due con una pietra. L’assassino cerca poi di lavarsi e di lavare i suoi abiti in un fiume. Non appena si rende conto di ciò che ha fatto, va chiaramente fuori di sé e inizia a correre attraverso un campo… Fino a che non crolla.

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Viene trovato un uomo anziano, che lo porta nella sua povera casa ai confini del bosco. L’anziano vive con il suo cane e un paio di mucche nella stalla. Dà al giovane dei vestiti con cui cambiarsi e gli dice che appartenevano a suo figlio. Il giovane ospite non vuole parlare ma l’anziano continua ad essere gentile con lui, gli dà da mangiare e gli lascia il suo spazio. Dopo un paio di giorni, la polizia bussa alla sua porta, alla ricerca del giovane. Spiegano che è accusato di avere ucciso suo fratello. L’anziano, però, non lo tradisce e chiede al diretto interessato cosa è successo. Ma il giovane continua a tacere.

Fondamentalmente è questa la trama del film, fatta eccezione per un finale ambiguo, quasi misterioso, che ci fa uscire finalmente dalla casa nel bosco e ci porta in una città. È un film contemplativo, in cui sembra accadere molto poco. Spesso ci ritroviamo a osservare solo i volti dei personaggi; a volte vediamo le loro reazioni, ma non sappiamo rispetto a cosa. I due uomini mangiano cibi molto poveri provenienti dalla terra e bevono il latte delle mucche. Ci sono solo un paio di episodi in cui il giovane inizia a urlare senza controllo, tenendosi la testa tra le mani, disgustato per ciò che ha fatto.  

I due attori sono molto diversi: l’anziano è interpretato dal veterano Johan Leysen (che vanta oltre 150 film, ultimo Le Passé devant nous [+leggi anche:
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), il cui volto segnato di rughe racconta già una storia a sé, e il giovane è un esordiente nel mondo dei lungometraggi, Gilles De Schryver, con i suoi capelli biondi e il viso vagamente angelico, in contrasto con due intensi occhi blu; sicuramente un’ottima scelta per questo personaggio.

Il direttore della fotografia è il lituano Rimvydas Leipus (Khadak [+leggi anche:
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intervista: Jessica Woodworth
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, oltre a diversi titoli di Sharunas Bartas); il formato CinemaScope che ha scelto fa risaltare la natura verdeggiante fuori dalla casa e l’ascetismo degli interni della casa, ma anche i lenti spostamenti dei personaggi da un lato all’altro dello schermo, alla maniera di alcuni film di Bruno Dumont. È un film che dà allo spettatore davvero molte occasioni di riflessione… forse anche troppe, a suo discapito.

Resurrection è stato prodotto dalla compagnia belga Fobic Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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