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BERLINALE 2017 Concorso

Joaquim: nascita di un eroe brasiliano

di 

- BERLINO 2017: Marcelo Gomes ci immerge nella vita e il percorso di una figura di spicco dell’indipendenza brasiliana, all’epoca della dominazione portoghese e della corsa all’oro

Joaquim: nascita di un eroe brasiliano
Julio Machado in Joaquim

La coproduzione portoghese-brasiliana Joaquim [+leggi anche:
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scheda film
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di Marcelo Gomes, in concorso al 67° Festival di Berlino, ci fa vedere, e persino sentire, un tempo e un luogo che il cinema non aveva ancora esplorato con tanta precisione e autenticità. Per raccontarci la storia di Joaquim José da Silva Xavier detto "Tiradenti", qui incarnato da Julio Machado, prima che diventi un eroe nazionale brasiliano e figura di spicco dell’indipendenza del suo paese, allora colonia del Portogallo, il regista ci immerge nello scenario e il quotidiano dello Stato del Minas Gerais nel XVIII secolo, all’epoca in cui l’amministrazione portoghese (i "ladri di uniformi"), perpetrando con una disumanità quasi medievale le ingiustizie di questa società al contempo meticcia e accuratamente divisa, aggiungeva alla sua opprimente dominazione l’ostinazione e il sudore dei cacciatori d’oro per rimpinguare le casse della regina.

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Gomes ha fondato questo lavoro su una ricerca minuziosa sulle sceografie, i costumi (molto vari, dai rappresentanti dell’amministrazione portoghese agli indiani passando per gli schiavi e i ribelli neri), le luci, ma soprattutto la vita quotidiana del Brasile dell’epoca, ed è il modo in cui la rende palpabile a essere straordinario. Contrariamente alla maggior parte dei film storici, che mantengono una fredda distanza da ciò che dipingono, Joaquim ci conduce camera a spalla il più vicino possibile ai personaggi, i loro corpi, i loro gesti, quasi i loro odori – per esempio nelle scene di disinfestazione (il motivo del parassita è qui ricorrente) e di rasatura di Joaquim da parte di Preta (lett. "Nera", incarnata da Isabél Zuaa), la schiava che ama, ma anche durante la scena di ius primae noctis che spingerà la donna a uccidere e poi darsi alla macchia, essendo gli sforzi di Joaquim per riscattarla respinti dal suo padrone.

Come annuncia Joaquim a un collega venuto per aiutarlo nella sua ricerca di pepite (che lui conta di utilizzare per ritrovare la schiava in fuga, padrona del suo cuore), la situazione del paese "non è come nella tua biblioteca", ne viviamo la durezza in profondità, fisicamente. Qui, ci si rifiuta di dare un po’ di zuppa a dei bambini, se sono indiani, e coloro che tradiscono la corona portoghese sono decapitati e squartati, una violenza onnipresente nei rapporti civili e umani che Joaquim sente sempre più acuta sulla sua pelle, e che finisce per soffocarlo fino alla decisione espressa da queste parole, ripetute più volte, come se il nostro martire nazionale in divenire trattenesse il fiato: "Questo deve finire, questo deve finire...". E’ che dentro di sé, profondamente, sente che il paese di cui Gomes ci fa fare esperienza insieme a lui è possibile: un paese in cui la schiava nera e l’indiano cantano le loro melodie all’unisono, guardando persino nella stessa direzione.

Prodotto dal Brasile (REC Produtores Associados Ltda.) e il Portogallo (Ukbar Filmes), Joaquim è venduto nel mondo da Films Boutique.

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(Tradotto dal francese)

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