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FILM Spagna

La reina de España: cinema, storia e risate

di 

- Fernando Trueba si affida alla complicità di un gruppo di attori amici che resuscitano gli stessi personaggi che fecero tanto ridere in La niña de tus ojos

La reina de España: cinema, storia e risate
Penélope Cruz in La reina de España

La niña de tus ojos (1998) si svolgeva in Germania, con Hitler al potere: fino a lì si recava un gruppo di attori spagnoli per girare non una, bensì due pellicole folcloristiche. Quegli stessi personaggi tornano ora sullo schermo in La reina de España [+leggi anche:
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per filmare stavolta un film storico, di produzione nordamericana, a Madrid e dintorni. Fernando Trueba, autore di entrambi, ha riunito la stessa squadra di allora: Penélope Cruz, Antonio Resines, Loles León, Santiago Segura, Neus Asensi, Rosa María Sardá, Jesús Bonilla e Jorge Sanz, cui si sono aggiunti felicemente Javier Cámara, Chino Darín, Carlos Areces, Ana Belén, Arturo Ripstein e gli anglofoni Mandy Patinkin e Cary Elwes (protagonisti del film culto degli anni ’80 La storia fantastica).

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Le prime sequenze del film (che si apre con immagini di telegiornali degli anni ‘50, alcuni reali, altri ricreati in stile Forrest Gump: quelli con protagonista la star Macarena Granada, interpretata da Penélope Cruz) servono a mostrare la reunion del gruppo, quando Blas Fontiveros (Antonio Resines) torna a casa dopo essere sopravvissuto a un campo di concentramento nazista. Riunitasi la banda attorno allo sviluppo di un biopic di dubbia fedeltà alla storia (come tanti che furono girati allora in Spagna, interpretati da attori di Hollywood) sulla regina Isabella la Cattolica, le situazioni comiche si succederanno con leggerezza e umorismo, tra confusioni sessuali, linguistiche, sentimentali e cinefile.

Trueba ha infarcito la sua sceneggiatura di dati, curiosità e persino pettegolezzi sul cinema dell’epoca, combinando così il didattismo storico-cinematografico con una trama che ripete uno schema simile a quello del suo predecessore La niña de tus ojos: la stella di turno rimane affascinata da un bel ragazzo di basso rango sociale, il macho rubacuori iberico assapora in prima persona l’ambiguità sessuale, l'assistente della star è testimone e complice, ecc. La censura, naturalmente, è un altro elemento di questo calderone comico che dichiara amore profondo per il cinema, i suoi lavoratori, i suoi effetti speciali e, ovviamente, anche le sue miserie.

Il regista premio Oscar di Belle Epoque torna così alla commedia dopo aver tradito il genere che tanto ama con il musical (Calle 54), l’animazione (Chico & Rita [+leggi anche:
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) e il dramma (El baile de la Victoria [+leggi anche:
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). E anche se si intravede l’arretratezza della Spagna di Franco, la camera si concentra soprattutto sulla gente di cinema. Ammiratore di Berlanga, maestro nella gestione di un folto gruppo di attori in scena, Trueba dirige la sua nutrita banda di amici di modo che ognuno abbia il suo momento e la sua gag, anche se ne escono vincitori alcuni camei come quello di Anabel Alonso.

Girato a Budapest, dove la squadra del film ha trovato degli studi cinematografici simili a quelli spagnoli dell’epoca in cui si svolge l’azione, e a Madrid, La reina de España è una produzione di Fernando Trueba PC, The Queen Picture AIE e Atresmedia Cine con la partecipazione di Movistar Plus+. Il film, che ha come agente di vendite internazionali la britannica Myriad Pictures, esce domani nelle sale spagnole con Universal.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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