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CANNES 2015 Quinzaine des réalisateurs

Les Cowboys: indagine su una ragazza scomparsa

di 

- CANNES 2015: Promettente debutto da regista per lo sceneggiatore Thomas Bidegain con un film ambizioso su una famiglia che cerca la figlia arruolata nella Jihad

Les Cowboys: indagine su una ragazza scomparsa

C’era grande curiosità attorno alla Quinzaine des réalisateurs del 68mo Festival di Cannes per la prima mondiale di Les Cowboys [+leggi anche:
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di Thomas Bidegain. Il passaggio dietro la macchina da presa dell’apprezzato sceneggiatore (Il profeta [+leggi anche:
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, fra gli altri) e il soggetto del suo primo lungometraggio da regista (la ricerca decennale, da parte di suo padre e suo fratello, di un’adolescente scomparsa tra le pieghe del movimento jihadista), particolarmente insolito nel giovane cinema francese, scatenava l’immaginazione. Ed è in un viaggio lungo, dal punto di vista sia temporale (dal 1994 al 2005) che geografico (dall'Est della Francia fino in Pakistan, passando per Anversa), che l’intreccio (firmato dal regista con Noé Debré) porta lo spettatore, legando un’indagine non convenzionale sul terrorismo (condotta non da professionisti, bensì dai membri di una normale famiglia francese) al ritratto psicologico di un padre e un fratello disperati dinanzi a un’inspiegabile e sfuggente assenza.

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Siamo nel 1994 e la famiglia di Alain (l’ottimo attore belga François Damiens) trascorre la giornata in un raduno di appassionati di musica country quando la figlia maggiore, Kelly, adolescente di 16 anni, sparisce. Dopo aver scoperto, fra le altre bugie, che la ragazza aveva un fidanzato, uno sconosciuto di nome Ahmed ugualmente scomparso, Alain, preoccupato, sporge denuncia alla polizia locale, che con sua grande rabbia, non si attiva più di tanto. Ma la scoperta di alcuni quaderni contenenti testi in arabo di propaganda jihadista aprirà un abisso in cui tutta la famiglia sprofonderà per lunghi anni. Un membro dei servizi segreti (che si presenta come funzionario del ministero degli enti locali…) viene a registrare la scomparsa, ma non dà alcuna risposta alle domande di Alain, che avvia la sua personale indagine dopo aver ricevuto una lettera di Kelly spedita da Charleville-Mézières (in cui la figlia chiede di non essere cercata). Prigioniero della sua ossessione, Alain si mette in viaggio senza sosta, dà fondo alle sue risorse finanziarie e rinuncia a qualsiasi vita sociale, seguendo per anni piste diverse che lo porteranno in luoghi difficili e numerosi paesi (Danimarca, Yemen, Belgio), affiancato da suo figlio Kid (Finnegan Oldfield) che successivamente ne raccoglierà il testimone e giungerà da solo in Pakistan dove gli eventi precipiteranno... 

Arte delle ellissi e del ritmo (con un numero di inquadrature impressionante), fotografia sofisticata, suspense efficace e sfondo storico molto ben utilizzato (gli attentati dell’11 settembre, di Madrid e di Londra; agente americano disturbato incarnato da John C. Reilly): Thomas Bidegain dimostra già una bella padronanza dei codici del cinema di genere. Realizza inoltre un magnifico ritratto di un padre che si ostina in una ricerca estremamente scoraggiante, immergendosi in universi culturali a lui totalmente estranei, e trascinando con sé suo figlio. Sebbene il passaggio di consegne tra i due personaggi faccia perdere al film il carisma di Damiens e la penultima parte in Medio Oriente sia un po’ troppo sceneggiata nei suoi concatenamenti, Les Cowboys apre al suo regista le porte di una carriera da cineasta da tenere d’occhio e conquisterà senza dubbio numerosi distributori internazionali.   

Prodotto da Les Productions du Trésor (a Cannes anche con il titolo in concorso Mon roi [+leggi anche:
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di Maïwenn), Les Cowboys è co-prodotto dai belgi di Les Films du Fleuve e di Lunanime. Sarà distribuito il 25 novembre in Francia da Pathé, che si occupa anche delle vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)

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