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CANNES 2015 Quinzaine des réalisateurs

Mustang: cinque ragazze e il destino delle donne

di 

- CANNES 2015: Fortunato debutto nel lungometraggio per Deniz Gamze Ergüven con un film pieno di energia e impegno sulla condizione femminile in Turchia

Mustang: cinque ragazze e il destino delle donne

Sono cinque sorelle, orfane, tra i 12 e i 16 anni, e la loro vita è come un paradiso terrestre di risate e di giochi in mezzo alle onde del Mar Nero, insieme ai compagni di scuola del loro piccolo villaggio nel nord della Turchia. Ma la condizione riservata alle donne in questo Paese si abbatte presto su questo gineceo (“Tutto il villaggio parla della vostra oscenità”) e la loro famiglia (nonna e zio) decidono di riprenderle con loro, prepararle e catapultarle verso i loro destini di future spose. Questo è il punto di partenza di Mustang [+leggi anche:
trailer
intervista: Deniz Gamze Ergüven
scheda film
]
, opera prima della regista turca Deniz Gamze Ergüven, molto apprezzata alla Quinzaine des réalisateurs della 68ma edizione del Festival di Cannes

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La regista schiva perfettamente la trappola della lamentela e della drammatizzazione senza fine, tracciando al contempo un quadro preciso della progressiva reclusione delle ragazze da parte di una società sotto il controllo maschile e con la tradizione che gioca a loro favore. Scegliendo di raccontare questa storia attraverso gli occhi (e la voce fuori campo) della sorella più giovane, l’irriverente e ribelle Lale (Günes Sensoy), la regista inietta nel film un umorismo salvifico, una dinamicità rivendicativa, un ottimismo solare che compensa gli aspetti più bui della storia. Il tutto si sviluppa in una sceneggiatura (scritta dalla regista a quattro mani con la francese Alice Winocour) molto ritmata e discretamente ispirata alla classica struttura dei racconti (l’eroina deve riuscire a superare delle prove per potersi liberare). 

Dopo la denuncia da parte dei vicini per il loro comportamento innocente ma percepito come scandaloso, le cinque sorelle vedono il loro quotidiano trasformarsi radicalmente: “Ci è stata vietata qualunque cosa possa corromperci” (trucco, computer), “la casa è diventata una fabbrica di spose da cui non uscivamo mai”, “ci toccava indossare vestiti informi di un colore di merda”. Dai corsi di cucina alle pulizie, si passa alle uscite nel villaggio orchestrate dalla nonna che esibisce le nipoti per attirare l’attenzione degli uomini ancora da sposare. I test di verginità sono inclusi nel programma e gli incontri combinati tra famiglie (storie di regolamento di conti) suggellano le nozze felici (per la maggiore - Ilayda Akdogan) o infelici (per la minore - Tugba Sunguroglu). Sembrano lontani i tempi in cui Lale aveva addestrato le sue sorelle a coalizzarsi per poter assistere, in un momento di felicità compulsiva, a una partita di calcio riservata alle tifose. Vengono installate delle sbarre alle finestre e il cerchio si chiude su Ece (Elit Iscan) che finisce per suicidarsi. La volta di Nur (Doga Zeynep Doguslu) sembra avvicinarsi quando l’indomabile Lale decide di prendere la situazione in mano…

Spinto da un ritmo sostenuto, Mustang svela una regista dotata dell’incontestabile dono della teatralità facendo respirare un’aria di libertà grazie al bellissimo panorama (il mare, il verde, la strada, la luce dell’estate). A completare il cerchio c’è il carisma degli interpreti, in un film molto promettente messo in musica dall’australiano Warren Ellis e carico di un forte messaggio femminista.

Prodotto dalla società francese CG Cinéma insieme a Germania e Turchia, Mustang verrà distribuito in Francia da Ad Vitam e venduto a livello internazionale da Kinology.

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(Tradotto dal francese)

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