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FILM Italia

Benvenuti al sud, remake più “vero” dell’originale

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“Ma perché un’idea del genere non è venuta in mente prima a noi?”: come Claudio Bisio, la domanda se la sono fatta tanti italiani, vedendo Giù al nord [+leggi anche:
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, il film di Dany Boon campione d’incassi in Francia nel 2008. Non ultima, se l’è chiesto anche Medusa Film, che dopo aver distribuito in Italia l’originale (4mln di euro al box office), ha pensato bene di giocare, insieme a Cattleya, la carta del remake. Chi più di noi, d’altronde, sa cosa significhino le contrapposizioni – geografiche, culturali, linguistiche – tra nord e sud?

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Argomenti tanto famigliari che, spiega il produttore Riccardo Tozzi, “il nostro continua a sembrarmi l’originale, e quello francese un remake un po’ forzato”. E dunque, Benvenuti al sud [+leggi anche:
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. Come nel capostipite, anche qui c’è un direttore delle Poste (Bisio) che, per farsi finalmente trasferire in una sede più “prestigiosa”, è disposto a fingersi invalido: salvo essere scoperto e spedito per punizione, invece che nell’agognata Milano, al sud. “Bologna?”, chiede lui? No, molto più giù: oltre Napoli, in Cilento.

Lo spettatore, vedendo il borgo assolato arroccato sul mare in cui il protagonista finisce, farebbe carte false per essere al suo posto: ma per il “polentone”, che ha lasciato moglie (Angela Finocchiaro) e figlio nelle brume lombarde, è un trauma. Anche perché, insieme al giubbotto antiproiettile e a mille altre precauzioni, porta con sé tutto il suo bagaglio di stereotipi sui “terroni”. E su un Meridione dove tutto, da una pallottola vagante al vibrione del colera all’epidemia di tifo, può essere letale. Si ricrederà, naturalmente, circondato dall’umanità dei suoi nuovi impiegati. Primo fra tutti Mattia (Alessandro Siani), afflitto da un inguaribile complesso di Edipo che solo l’amore per la collega Maria (la bellissima Valentina Lodovini) può guarire.

Diretto da Luca Miniero, che aveva dimostrato già in passato la propria abilità nel giocare coi luoghi comuni (vedere per credere Incantesimo napoletano, storia di una bimba partenopea che parla milanese e alla pastiera preferisce il panettone), Benvenuti al sud – spiega il regista – “ha rappresentato una sfida: cercare l’originalità non tanto nella storia, quanto nell’anima del film”. Il plot, infatti, segue piuttosto fedelmente quello di Giù al nord, e non manca una scatenata pantomima finale – tra scippi e lupare fumanti – organizzata per dimostrare alla moglie del protagonista quant’è pericoloso il nuovo posto di lavoro del marito. Che invece, dopo la diffidenza iniziale, si gode il sole e la simpatia del luogo. Perché “chi viene al sud piange due volte: quando arriva e quando parte”.

Prodotto da Medusa Film con Cattleya, in coproduzione con i tedeschi di Constantin Film, Benvenuti al sud può contare sulla “benedizione” di Dany Boon (che compare in un divertito cameo) e sarà distribuito nelle sale francesi. In Italia esce il 1° ottobre, in oltre 500 copie. Se il successo sarà all’altezza, è già nell’aria un sequel “alla rovescia”, Benvenuti al nord.

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