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Daniel Burlac • Produttore

Romania, Europa

di 

Daniel Burlac non solo è il produttore esecutivo di A est di Bucarest [+leggi anche:
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di Corneliu Porumboiu (Caméra d'Oro al Festival di Cannes 2006), ma anche uno dei principali promotori del cinema rumeno all’estero. Ha una naturale confidenza con il cinema nazionale che convive con una volontà di europeizzazione che l’ha spinto a partecipare quest’anno ai seminari di EAVE e a sviluppare progetti, ancora in fase embrionale, con dei partner europei.

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Cineuropa: all’ultimo mercato di Cannes, The Coproduction Office ha venduto A est di Bucarest a oltre dieci territori, un fatto molto eccezionale per una produzione rumena a budget ridotto...
Daniel Burlac: A est di Bucarest è il primo film di 42 Km Film, una società fondata da Corneliu Porumboiu per produrre i propri porgetti. Corneliu aveva vinto una sovvenzione dal Ministero dalla Cultura per fare un grande progetto che potrà realizzare nella primavera del 2007. Abbiamo quindi deciso di fare nel frattempo un piccolo film tra amici. Abbiamo trovato degli sponsor e girato in un mese. L’obiettivo era semplicemente di restare nei nostri confini, ma vedi il risultato. Il film ha vinto la Caméra d'Or, oltre che il Label Europa Cinemas, che gli darà una buona visibilità in molti paesi. Siamo molto soddisfatti perché in ogni paese il film è stato venduto ai migliori distributori specializzati nel cinema d’art e essai. Il film uscirà in Romania in ottobre ma abbiamo già recuperato quasi tutto il denaro speso per produrlo.

In A est di Bucarest le trasformazioni sociali provocate dalla rivoluzione sono più importanti della fuga di Ceausescu? C’è bisogno di sfuttare il tema della rivoluzione nel cinema rumeno di oggi? A est di Bucarest non è un film politico. Ha piuttosto un approccio umano e sociale. La transizione ha creato molti paradossi nella nostra società e il film vuole anche stigmatizzare questo. Il fatto che ci siano altri film che parlano della dittatura credo sia solo una coincidenza. Sono film di persone che non hanno vissuto la rivoluzione e che hanno uno sguardo distaccato sul soggetto. Credo che parlarne al cinema potrà aiutarci a voltare pagina e a risolvere alcune questioni.

Nel 2005 il premio Un Certain Regard per La morte del Signor Lazarescu [+leggi anche:
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; questa volta altri tre film rumeni hanno avuto successo sulla Croisette. Si può parlare di una nouvelle vague rumena?

Esiste senza dubbio una generazione di giovani registi con degli stili molto diversi che vogliono esprimere il loro talento. Ci sono Cristi Puiu, Corneliu Porumboiu, Catalin Mitulescu (The Way I spent the End of the World [+leggi anche:
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), ma anche Christian Mungiu, che aveva presentato il suo film Occident alla Quinzaine nel 2002. Ho assistito alla nascita di molti progetti e trovo che c’è una competizione molto positiva tra di loro. Credo che il cinema europeo ptrà contare presto su di loro. A volte il cinema va a ondate. Dopo il cinema iraniano, argentino e asiatico sentiremo parlare del cinema rumeno nei prossimi anni, ma spero che questo diventi solo un fenomeno della moda.

Ultima domanda, dove si trovava il 22 dicembre 1989 alle 12:08?
Avevo una telecamera VHS e stavo filmando la rivoluzione nel mio paesino. Ero già in strada ben prima delle 12:08. Sono stato tra i primi ad uscire in strada nel mio villaggio. Eravamo una quindicina all’inizio. Poi queste immagini hanno fatto parte di un mio documentario. Dopo di che ho creato la prima emittente televisiva regionale e indipendente di Romania.

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