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Gayle Griffiths • Produttore

Combattere per la libertà creativa

di 

- Incontriamo Gayle Griffiths di Wilde Horses Film Company, vincitrice dell’Alfred Dunhill UK Talent Award del, riconoscimento assegnato a talenti nuovi ed emergenti del cinema britannico

La prima produzione di Gayle Griffiths è il suo corto di diploma alla National Film & Television School di Londra, quel Second Hand di Emily Young, vincitore del Premio Cinefondation a Cannes, nel 1999. Gayle ed Emily hanno portato avanti la loro collaborazione nel loro primo lungometraggio Kiss of Life, co-produzione tra Regno Unito e Francia, selezionato a Cannes nella sezione Un Certain Regard, nel 2003. Song of Songs [+leggi anche:
recensione
intervista: Gayle Griffiths
intervista: Josh Appignanesi
scheda film
]
è stato appena distribuito nel Regno Unito, e si appresta a conquistare il pubblico internazionale.

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Cineuropa: Com’è stata coinvolta nel progetto?
Gayle Griffiths: Josh aveva scritto la sceneggiatura assieme a Jay Basu, e ci siamo incontrati proprio quando il progetto era nella sua seconda fase di scrittura, Abbiamo deciso di fare il film con un piccolo budget con partner privati e individuali, per mantenere il controllo completo sul progetto. Poiché l’aspetto estetico nel film è molto particolare, e dato l’argomento che tratta, una grande organizzazione finanziaria non ci avrebbe permesso di essere liberi. Per questo, abbiamo rivisitato la pratica usuale di produzione di lungometraggi, e abbiamo deciso di girare con una mini DV, usando una piccola troupe. Il film è stato girato in 21 giorni su 24, durante l’estate 2004.

Il Festival di Edimburgo 2005, dove la pellicola ha ricevuto il Michael Powell Award Commendation come Miglior Film britannico, è stato un lancio positivo per il film...
Volevamo lanciare il film in patria, prima, e quello di Edimburgo era il primo festival disponibile. A sorpresa, fu inserito nella line-up del concorso. Avevamo lavorato ‘sotto i riflettori’, nel Regno Unito, e ci siamo trovati proprio con i riflettori britannici sulle nostre teste, poiché il film era stato accolto bene e aveva attirato molti distributori. Alla fine l’ha spuntata Soda Pictures.

Quali sono i piani di distribuzione di Song of Songs?
Il film ha avuto un’uscita limitata nel Regno Unito, dal 10 febbraio, all’ICA di Londra. Ora sto cercando di trovare una strategia per la distribuzione internazionale, usando un rivenditore o un altro mezzo, come internet. Nel frattempo, il film ha richiamato l’attenzione di molti festival dopo Edimburgo e la sua selezione ai concorsi di festival come Rotterdam e Sofia.

Quali sono gli aspetti positivi del lavorare a progetti dal budget così piccolo?
Per molta gente che ha lavorato al film, si è trattato della prima esperienza nel lungometraggio, e per questo ognuno ha dato il meglio di sé ed è stato un gran risultato per noi tutti. Per me, era un’esperienza vitale, come produttore, trovarmi in condizioni così a limite. Ma ora voglio lavorare con più risorse e più tempo. Ho un paio di grossi progetti in sviluppo.

Userà i processi produttivi ‘ufficiali’, usando il sostegno dello UK Film Council?
Come tutti gli organismi di finanziamento, lo UK Film Council è una strada ottima se hai il progetto ‘giusto’. Bisogna però sapere cosa significhi ‘giusto’... Nel Regno Unito, è difficile sopravvivere da produttore indipendente se non sei collegato ad un canale televisivo o ad agenti di vendita come Jeremy Thomas. Non possiamo tenere i diritti dei nostri film. Il modello ideale sarebbe una rete televisiva, come Celador Production, che avesse un dipartimento cinema.

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