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TorinoFilmLab 2023

Country Focus: Italia

REPORT: ScriptLab e FeatureLab @ TorinoFilmLab 2023

di 

- Durante i due giorni di pitching, l’attenzione di Cineuropa si è concentrata su due progetti: l’italiano La casa bianca e Watch It Burn dell’indonesiano Makbul Mubarak

REPORT: ScriptLab e FeatureLab @ TorinoFilmLab 2023
La produttrice Raffaella Pontarelli e il regista Francesco Romano, che hanno lavorato sul progetto La casa bianca (A White House)

Il TFL Meeting Event è il momento in cui la grande comunità del TorinoFilmLab si incontra a Torino per confrontare le storie a cui hanno lavorato le professioniste e i professionisti internazionali coinvolti nei programmi ScriptLab e FeatureLab. I 54 partecipanti di quest’anno rappresentano 31 paesi dai 5 continenti (leggi la news).

Venerdì 24 e sabato 25 novembre il mercato di coproduzione ha ospitato oltre 200 tra produttori, sales agent e distributori internazionali che hanno potuto conoscere i progetti sviluppati durante l’anno. I progetti di FeatureLab selezionati tra oltre 170 candidature erano 10: 7 opere prime e 3 opere seconde in fase avanzata di sviluppo, presentate da 10 team creativi formati da regista e produttore/produttrice che durante l’anno si sono concentrati su scrittura, produzione, sound-design, distribuzione e altri aspetti della realizzazione di un film, affiancati da 16 trainer nell’arco di 3 workshop online e residenziali. 20 invece i progetti di ScriptLab selezionati tra 550 candidature: 9 esordi, 8 opere seconde e 3 più mature a cui i 28 partecipanti hanno lavorato concentrandosi sulla sceneggiatura accompagnati per 9 mesi da 5 tutor e 5 aspiranti story editor nei 5 workshop online e residenziali.

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La selezione include alcuni professionisti italiani tra cui il regista Adriano Valerio (Banat - Il viaggio [+leggi anche:
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) - che assieme alla sceneggiatrice svizzera Aude Py ha sviluppato in ScriptLab il suo progetto A Perfect Family, sul figlio di una detenuta che a sei anni d’età è costretto a lasciare il carcere in cui è cresciuto - e il team composto dalla produttrice Raffaella Pontarelli e dal regista Francesco Romano che hanno lavorato sul progetto La casa bianca (A White House) all’interno del FeatureLab. Anche tra gli ex alunni che hanno partecipato al programma ScriptLab c’è Makbul Mubarak, un nome che potrebbe diventare presto famoso, con Watch It Burn. L’attenzione di Cineuropa si è concentrata su questi due ultimi progetti.

La casa bianca (A White House) - Francesco Romano (Italia)
Dopo la partecipazione ai programmi Up & Coming Italia 2021 e Alpi Film Lab 2022, il regista Francesco Romano e la produttrice Raffaella Pontarelli hanno proseguito il lavoro sul progetto La casa bianca (A White House). “Il progetto nasce dal racconto del co-sceneggiatore Armando Iovino- spiega Romano a Cineuropa, “il ricordo di un evento della sua adolescenza, quando ha scoperto che una zia era stata arrestata perché aveva ospitato un boss della camorra. Questa cosa ha scoperchiata una serie di relazioni e legami che sconvolgono all’improvviso una famiglia perbene della provincia di Napoli”.

Aggiunge Pontarelli: “Attraverso questa storia d’amore in un contesto sociale che ti impone certe regole volevamo raccontare un paradosso: la storia di una donna che attraversando il male, a contatto con una delle strutture più patriarcali al mondo, riesce ad emanciparsi”. Regista e produttrice ritengono che il film abbia un forte appeal internazionale per la forza dei suoi personaggi e le emozioni universali che trasmettono - solitudine, ambizione e riscatto sociale.

La Amarena Film di Raffaella Pontarelli ha un coproduttore francese, Bocalupo Films, e il film (che prevede un budget totale di 1.264.000 €) ha già ricevuto un finanziamento dal Fondo per i progetti di co-sviluppo Italia-Francia MiC/CNC. “I workshop ci hanno aiutato a perfezionare il trattamento e la sceneggiatura, con feedback continui, e poi anche nello stringere rapporti col nostro coproduttore francese. Sarebbe utile avere un contributo francese importante nella post-produzione, come il montaggio e il sound design”.

Makbul Mubarak, che ha lavorato nel suo progetto Watch It Burn

Watch It Burn - Makbul Mubarak (Indonesia)
Il lungometraggio d’esordio di Makbul Mubarak, Autobiography [+leggi anche:
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, sviluppato al TFL FeatureLab 2017, è stato indicato dall’Indonesia per la candidatura al Premio Oscar per il miglior film straniero 2024 dopo la sua anteprima a Venezia Orizzonti, dove ha ricevuto il Premio FIPRESCI.

Makbul ha sviluppato al TFL ScriptLab il suo secondo lungometraggio, Watch It Burn. Cineuropa l’ha incontrato dopo il suo pitch. Gli abbiamo chiesto come è stato lavorare con produttori europei per arrivare al successo. “Per Autobiography c’è stata una divisione del lavoro molto chiara. Il team polacco si è occupato della direzione della fotografia, i francesi della post-produzione, Singapore della musica e i filippini del montaggio. E credo che sia davvero bello lavorare in questo modo, perché la coproduzione non si limita ad attingere ai sussidi, ma si tratta di collaborare in modo creativo. Mi è piaciuto molto questo stile di collaborazione e vorremmo farlo ancora. Ecco perché siamo qui!” Autobiography è stato sviluppato qui a Torino, come è andata? “Sei anni fa siamo stati qui e mi è piaciuta molto la dinamica del gruppo... Abbiamo finito per lavorare insieme. I nostri coproduttori francesi erano in realtà nostri compagni di team a Torino. Mi sono davvero divertito e abbiamo imparato molto. E ho pensato: Ehi, se farò il mio secondo lungometraggio, mi piacerebbe tornare indietro e fare un'altra esperienza a Torino".

E come è stata questa seconda esperienza con il TFL? “È stato fantastico. Penso che abbiamo davvero legato. Siamo stati insieme sette mesi! Ed è un po' triste che stia per finire. Ma c'è anche un nuovo capitolo che ci aspetta. Credo che questo sia il laboratorio che più ti dà un legame duraturo con il team. Non si tratta solo di finanziamenti, ti dà degli amici. E credo che sia davvero importante”.

C'è una connessione tra questo progetto e il primo film? “Se intendi in termini di linguaggio, no. Amo i film intensi. Per me Autobiography è un esercizio di intensità drammatica. E il secondo sarà simile in questo senso. È un suspense drama. Watch It Burn affronta il turbamento personale del personaggio principale ma è allo stesso tempo molto politico, perché è ambientato in una città mineraria, la mia città d’origine, dove si estrae il nickel, che è prezioso per costruire le batterie. Stanno distruggendo la città. La gente brucia le case per scavare le miniere. Ed è ironico che, mentre altri posti stanno diventando ecologicamente puliti, in quella zona non ci sono più pesci. Nel film si parla della tensione tra la gente del posto e quelli che arrivano per prendere il nickel, di come il capitalismo cambia il nostro stile di vita, e l’ambiente. Guidare la tua Tesla è un piacere, e puoi goderti il tuo pannello solare. Ma lì dobbiamo lottare”.

Il cinema può sensibilizzare la gente su queste forme di capitalismo aggressivo che distrugge tutto? “Credo che il cinema oggi sia più importante che mai, perché ci sentiamo come se vivessimo in mondi molto diversi. Voi europei avete i vostri problemi, il mio Paese ha i suoi. Pensa a quello che sta succedendo in Palestina e in Israele. Ma con il cinema ci viene sempre ricordato che in realtà condividiamo cose simili. I problemi che stiamo affrontando sono in realtà simili e credo che il cinema sia uno strumento molto profondo di solidarietà. Più di un reportage sul giornale, perché c’è l’impatto visivo e non usi solo il cervello ma sperimenti l’empatia nel momento in cui stai esplorando un Paese diverso dal tuo”.

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