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Philippe Garrel • Regista

Il regista difende il suo Un été Brûlant

di 

- Philippe Garrel difende il suo film Un été Brûlant, accolto tiepidamente dalla stampa alla 68^ Mostra di Venezia

A difesa di Un été Brûlant [+leggi anche:
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, presentato in concorso alla 68^ Mostra di Venezia, il regista francese Philippe Garrel ha parlato alla stampa internazionale, che ha accolto tiepidamente il suo 24° film, ricordando loro i principi dell'approccio cinematografico.

Cineuropa: Qual è stato il suo approccio al film?
Philippe Garrel: Il mio approccio può essere ritenuto accademico – d'altra parte ho copiato Il disprezzo di Jean-Luc Godard. Ma non è diverso dal più ampio approccio della pittura: si copiano i maestri, e Jean-Luc Godard per me è un maestro. Amo i suoi film e sono i film che voglio fare. Questo approccio mi avvicina a Leos Carax, ad esempio, che considera Godard un maestro dal quale copia regolarmente. Ma copiare non è la parola giusta. Prendo il cuore inconscio del film, intorno invece cambiano le cose: così diventa un mio film.

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Cosa vuol dire l'immagine di Monica Bellucci nuda all'inizio del film?
L'immagine appartiene all'inconscio di un pittore che sta per morire. Ha una visione della moglie. Volevo fare un film che mostra le anime delle donne e catturare l'anima della modella, dopo che se ne è dipinto il corpo. Sono stato criticato per queste cose, che io le faccia o meno. Mi consolo col pensiero che Courbet fu criticato pesantemente per L'Origine del Mondo e oggi quel quadro non offende più nessuno. Quando avevo 14 anni, all'Accademia facevo dei disegni a carboncino, ed era questo il tipo di pittura che facevamo anche rispettando il trattato di Leonardo da Vinci sulla pittura. Ho rispettato queste regole riprendendo Monica da una distanza corrispondente a due volte la misura della modella. Fa parte dell'accademismo del film.

Un été Brûlant è un altro suo film personalissimo...
Ho dedicato il film a Frédéric Pardo, mio amico pittore che si chiama come il personaggio interpretato da Louis nel film. Il resto è fiction, ma ho lavorato con questo amico per 35 anni, fino alla sua morte. Ha dipinto i miei attori e c'erano sempre echi tra i nostri rispettivi lavori. Volevo immortalare una parte di lui nel film ma senza cadere nel feticismo. I quadri nel film non sono suoi. Anche mio padre fa la sua ultima apparizione alla fine, in un dialogo scritto da lui stesso.

Il film ha ricevuto molti 'buu' alla proiezione stampa. Cosa risponde loro?
I critici possono pensare che non sono a uno standard buono, ma è probabilmente la stessa gente che non ha apprezzato Pierrot Le Fou all'epoca, e forse neanche oggi. Faccio film che appartengono alla dialettica del cinema. Riprendo donne con un'anima. Ci sono intere parti dello script scritte da donne e interpretate da donne, e penso che, tra loro, si capiscono. E questo non significa che anche gli uomini debbano capire. Non dico che si debba capire tutto, ma l'incomprensione è su quello che emerge da quell'anima femminile, e questo probabilmente ha prodotto la metà dei 'buu' della sala. Non ho problemi. Non sono un anticonformista, ma nei miei film è un elemento presente. Le reazioni sono inevitabili.

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